L’adozione dei parapetti in molte attività lavorative rappresenta una delle principali misure di prevenzione collettiva per limitare i rischi di caduta dall’alto.

Nel documento Inail, per i cantieri temporanei e mobili “ Parapetti provvisori”, che tali parapetti sono “dispositivi di protezione collettiva (DPC) destinati alla protezione di persone e/o cose contro le cadute dall’alto. Sono costituiti da almeno due montanti, sui quali, vengono fissati il corrente principale, il corrente intermedio e la tavola fermapiede realizzabili con diversi materiali (ad es. legno, acciaio ecc)”. I parapetti provvisori “devono essere utilizzati nelle lavorazioni in cui c’è il rischio di caduta dall’alto e cioè nei lavori in quota (attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile) e nei lavori di scavo (attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di seppellimento e/o di caduta all’interno dello scavo ad una quota posta ad una profondità superiore a 2 m rispetto al piano di campagna)”.

 Gli imprevisti

Il primo imprevisto di infortunio, avviene durante la ristrutturazione di un edificio.

Il lavoratore, deve effettuare una prima verifica dello stato di conservazione dei muri e delle stuccature interne all'edificio in ristrutturazione per poi eseguire la stessa lavorazione.

Per verificare la consistenza delle stuccature, il lavoratore e un suo collega, realizzano un piano di lavoro alto circa 1,80 metri e lungo 6 metri con cavalle prefabbricate (telai a portale), privo di parapetti e con piano di calpestio parzialmente completo.

Nell'eseguire questa verifica, il lavoratore, mette un piede fuori dal piano di lavoro e cade in terra battendo la testa, riportando una frattura del cranio.

 

Questi i fattori causali:

l'infortunato perdeva l'equilibrio e cadeva;

piano di lavoro privo di parapetti e parzialmente completo.

 

Il secondo caso, riguarda un infortunio durante attività edili.

Intanto che, un lavoratore è intento a scendere affrettatamente dal secondo impalcato di un ponteggio a tubi e giunti, improvvisamente precipita al suolo, da un'altezza di circa 4 metri e subisce fratture multiple.

Il ponteggio del tipo a tubo e giunti si presentava incompleto, perché privo di piani di calpestio in alcuni tratti ed era sprovvisto di tavole fermapiede, di doppi parapetti e di correnti intermedi.

 

Questi i fattori causali rilevati:

– il lavoratore si affrettava a scendere dall'impalcato del ponteggio;

– il ponteggio del tipo a tubo e giunti si presentava incompleto, perché privo di piani di calpestio in alcuni tratti ed era sprovvisto di tavole fermapiede, di doppi parapetti e di correnti intermedi.

 

Il terzo caso riguarda la costruzione di un silos orizzontale (un deposito di cereali), un manufatto costituito da pareti perimetrali in calcestruzzo,  una copertura curva, con archi autoportanti. Per la posa della copertura viene allestito un impalcato particolare con tubi innocenti e giunti metallici. Tale impalcato alla sommità è a volta, è montato su ruote e viene trainato lungo il manufatto.

Un operaio saldatore di 4° livello, sta allestendo con altri colleghi l'impalcato metallico. Il lavoro consiste nel collegare i vari tubi innocenti a giunti o morsetti. Per eseguire tale operazione in sicurezza si serve, come DPI, di una imbracatura di sicurezza collegata all'impalcato con due ganci di ancoraggio.

L’operaio avendo la necessità di scendere dall'impalcato, accidentalmente, stacca tutti e due i ganci, trovandosi sprovvisto di un sistema di trattenuta, cade a terra, procurandosi fratture in diverse parti del corpo.

L'impalcato era sprovvisto di parapetti, tavole per il camminamento, tavole fermapiede e scale interne per la salita e la discesa. Inoltre data la complessità dell'impalcato doveva essere eretto in base ad un progetto, firmato da un tecnico abilitato, ma tale documentazione non era presente.

 

La prevenzione

“Soluzioni per la sicurezza: Parapetti” si fa riferimento, all’allestimento di un “parapetto perimetrale all’edificio sui lati prospicienti il vuoto”. In tale situazione, “il parapetto fornisce la protezione collettiva contro il rischio di caduta dall’alto al personale impiegato nelle lavorazioni al piano”.

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Spesso, il parapetto è realizzato “con tavolette in legno assicurate, con filo di ferro, ai ferri di ripresa che spuntano dal solaio del piano di lavoro. Questo tipo di parapetto viene realizzato rapidamente, soprattutto in occasione del getto dei solai, in attesa di poter predisporre un regolare ponteggio al contorno”. Il problema è che tale struttura “non risulta adeguata a garantire un efficace livello di protezione in caso di caduta dall’alto dei lavoratori”.

 

Riguardo al caso esaminato nel documento come soluzione sicura si propone la messa in opera di un parapetto “normale con fascia ferma piede” che “garantisca efficacemente i lavoratori dal rischio di caduta dall’alto e impedisca caduta di materiali”.

RossellaCircolareL’adozione dei parapetti in molte attività lavorative rappresenta una delle principali misure di prevenzione collettiva per limitare i rischi di caduta dall’alto. Nel documento Inail, per i cantieri temporanei e mobili “ Parapetti provvisori”, che tali parapetti sono “dispositivi di protezione collettiva (DPC) destinati alla protezione di persone e/o cose...