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Le patologie respiratorie professionali sono “condizioni patologiche causate o aggravate da sostanze a cui si è esposti sul posto di lavoro”. Tali patologie sono spesso “sottovalutato a causa della non emersione del problema nella sua dimensione reale”: ad esempio è probabile che una patologia professionale ad andamento cronico “si manifesti negli anziani non più in età lavorativa, ma come conseguenza diretta dell’alta frequenza di esposizione durante l’impiego”. Se l’asma rappresenta la patologia professionale più diffusa, si stima che “una riacutizzazione grave su sette sia associata all’esposizione a sostanze nocive sul posto di lavoro; si ritiene, che tali esposizioni siano responsabili di circa il 15% di tutti i casi di asma negli adulti”. Ed è in continua crescita il numero di sostanze associate all'asma e altre patologie delle vie aeree e tra queste ci sono anche proteine di origine animale e vegetale. In particolare “l’esposizione ai micromiceti e alle micotossine (metaboliti fungini tossici di origine vegetale), rinvenibili nei prodotti dell’agricoltura, può costituire un’importante causa o concausa determinante l’insorgenza e/o la progressione delle patologie respiratorie nel settore agro-zootecnico”. Ad affermarlo in questi termini e a fornire utili informazioni anche sulla prevenzione di queste patologie è un nuovo documento Inail, realizzato dalla Direzione regionale Campania Inail insieme all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (Dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali) e dal titolo “Contaminazione da micotossine in ambito agro-zootecnico. Misure di prevenzione per la riduzione”.

Il progetto per definire buona prassi di lavoro e ridurre i rischi

Il documento – a cura di Michele del Gaudio e Carmine Piccolo (Inail, Unità Operativa Territoriale di Avellino), Maria Carmela Ferrante (Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni) con la collaborazione di Angela Nicotera (Inail, Direzione regionale Campania) – indica che la pubblicazione è il risultato del progetto di prevenzione “Definizione e divulgazione di una buona prassi di lavoro per la riduzione del rischio derivante dalla contaminazione di micotossine in ambito agro-zootecnico”. Un progetto che ha permesso di esaminare i rischi derivanti dall’ esposizione a micotossine dei lavoratori del settore agro-zootecnico che, può essere “causa o concausa determinante l’insorgenza o la progressione di patologie respiratorie (sindrome da polveri organiche tossiche, effetti irritativi, tosse, asma, bronchiti croniche, neoplasie)”.

Per aumentare la percezione del rischio – come ricordato nella presentazione del Direttore Regionale Inail – i risultati dello studio, contenuti nella pubblicazione, “sono stati condivisi, attraverso specifici seminari, con gli studenti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animali, gli studenti della scuola secondaria di II° grado ad indirizzo tecnico agrario, con gli ordini professionali degli agronomi e dei periti agrari e con gli iscritti alle associazioni di categoria a cui fanno capo gli imprenditori agricoli e zootecnici”. Inoltre “l’importazione di prodotti agricoli potenzialmente contaminati da miceti e micotossine da paesi anche lontanissimi e con modalità di trasporto che possono favorire lo sviluppo dei contaminanti, richiede una maggiore informazione degli operatori che manipolano le merci dal luogo di produzione fino all'utilizzo finale”.

In definitiva stabilire livelli di sicurezza nell’esposizione ad agenti contaminanti e suggerire buone prassi di lavoro “rappresentano due fasi importanti e necessarie nel processo di valutazione della sicurezza del lavoratore anche considerando che le malattie occupazionali sono identificate, in linea di principio, come più facilmente prevenibili rispetto ad altre causate da fattori genetici, stile di vita o ambiente”.

La prevenzione per limitare l’esposizione dei lavoratori

Parliamo di alcune informazioni sulle misure di prevenzione per limitare l’esposizione dei lavoratori del settore agro-zootecnico alle micotossine e ai micromiceti.

 

Si segnala che il controllo della diffusione delle micotossine “non è di facile attuazione sia per la natura della contaminazione, di origine accidentale, che per la molteplicità degli agenti contaminanti, che per la notevole influenza delle condizioni meteo-climatiche su scala ambientale e del substrato di crescita fungina”.

Tuttavia le misure di controllo devono, nelle linee generali, “seguire il principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable) che si applica a sostanze particolarmente dannose per la salute la cui presenza nell’ambiente non è strettamente dipendente dalla volontà umana e per le quali devono essere fissati livelli di tolleranza che corrispondono ai valori più bassi ragionevolmente misurabili. Il principio implica la necessità di impegnarsi nell’individuazione e nell’applicazione di misure di contenimento della diffusione di sostanze cancerogene e genotossiche finalizzate ad una riduzione della contaminazione”.

 

In particolare questo approccio al problema consente di “ridurre il rischio tossicologico attraverso la limitazione sia della contaminazione da micromiceti e micotossine di derrate che sono destinate al consumo alimentare umano (oltre che animale), che dell’esposizione per via inalatoria per cause occupazionali”.

Si ricordano alcuni valori di tolleranza fissati da enti europei ed extraeuropei (“a tutt’oggi non è stato fissato in Italia alcun valore limite”) e si sottolinea che “risulta di fondamentale importanza la valutazione di tutti gli aspetti di prevenzione con un’iniziale analisi del rischio e l’identificazione dei punti critici nei processi di produzione in campo, stoccaggio e trasformazione dei substrati potenzialmente contaminati”.

Ne deriva, che “la necessaria individuazione, e conseguente adozione, delle possibili misure finalizzate da un lato a contenere la contaminazione dei substrati alimentari e degli ambienti di lavoro (ottimizzazione delle tecnologie di lavorazione, applicazione delle GAP e GMP), dall’altro a ridurre, a livelli di sicurezza, l’esposizione umana alle micotossine attraverso un’informazione capillare e l’impiego di dispositivi di protezione individuale (DPI)”.

 

E’ importante, l’adozione delle buone pratiche agricole (GAP, Good Agricultural Practices) e delle buone pratiche di produzione (GMP, Good Manufacturing Practices) che consentono di limitare l’inevitabile contaminazione di questi inquinanti ubiquitari.

Riguardo, alle attività che generano polveri si indica che se diversi sono i settori agro-zootecnici che possono essere interessati al “problema micotossine”, “quello principalmente coinvolto è il settore granario”.

Le principali attività che generano polveri durante la lavorazione delle granaglie sono:

  • versamento;
  • movimentazione della granella in azienda (selezione della granella grezza, passaggio negli essiccatori, soffiatura e trasferimento, svuotamento degli essiccatori e dei silos);
  • molitura di grano e orzo alimentare;
  • riempimento dei maceratori in cui si produce malto d’orzo;
  • operazioni di pulizia (pulizia e manutenzione degli impianti di produzione con estrazione della polvere, dei silos vuoti, sotto i forni del malto d’orzo, pulizia dei secchi del mangime per uso zootecnico);
  • aggiunta di ingredienti supplementari alle tramogge durante la molitura della farina.

 

L’indice del documento

1. Le micotossine

 

2. Analisi del settore agro-zootenico

 

2.1 Analisi del comparto produttivo in Italia e Campania

 

2.2 Analisi del riscontro di infortuni nei lavoratori del comparto

 

agro-zootecnico con particolare riferimento all’incidenza di patologie respiratorie

 

3. Micotossine e micotossicosi

 

3.1 Fattori di crescita dei micromiceti e di sintesi delle micotossine, fonti

 

3.2 Tossicocinetica delle micotossine e principali micotossicosi di interesse medico e medico-veterinario

 

3.3 Buone pratiche agricole per la prevenzione e la riduzione della contaminazione da micotossine nei cereali

 

4. Le micotossicosi nel lavoratore del settore agro-zootecnico

 

4.1 Effetti tossici derivanti dall’esposizione per via inalatoria a micromiceti e micotossine

 

4.2 Esposizione alle micotossine e ai micromiceti del lavoratore nel settore agro-zootecnico

 

5. Misure di prevenzione per limitare l’esposizione dei lavoratori del settore agro-zootecnico alle micotossine e ai micromiceti

 

5.1 Attività che generano polveri

 

5.2 Condizioni di lavoro che riducono la formazione di polveri: uso dei DPI per limitare l’esposizione dei lavoratori del comparto agro-zootecnico alle micotossine

 

5.3 Dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie

5.4 Misure di protezione e prevenzione da adottare in base alle attività

 

6. Conclusioni

 

7. Bibliografia

 

7.1 Riferimenti scientifici

 

7.2 Immagini

 

 

 

 

Direzione regionale Campania Inail, Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali, “ Contaminazione da micotossine in ambito agro-zootecnico. Misure di prevenzione per la riduzione”, a cura di Michele del Gaudio e Carmine Piccolo (Inail, Unità Operativa Territoriale di Avellino), Maria Carmela Ferrante (Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni) con la collaborazione di Angela Nicotera (Inail, Direzione regionale Campania), Collana Salute e Sicurezza, edizione 2020 (formato PDF, 3.04 MB).

RossellaConsulenza                                              Le patologie respiratorie professionali sono “condizioni patologiche causate o aggravate da sostanze a cui si è esposti sul posto di lavoro”. Tali patologie sono spesso “sottovalutato a causa della non emersione del problema nella sua dimensione reale”: ad esempio è probabile che una patologia professionale ad andamento cronico “si...