Esposizioni professionali e agenti cancerogeni, tumori naso-sinusali
E’ stato istituito, il Registro nazionale dei tumori naso-sinusali ( ReNaTuNS) che ha come obiettivo “la stima dell’incidenza dei casi di tumori naso-sinusali (TuNS) in Italia e la raccolta delle informazioni sulla pregressa esposizione ad agenti correlati al rischio di TuNS”, (tumori naso-sinusali l’articolo 244 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i.)
Tale registro rappresenta “una base informativa per studi analitici di epidemiologia occupazionale e per la definizione di informazioni relative all’esposizione a fini preventivi e medico-assicurativi”. E un sistema di sorveglianza, dei casi incidenti di tumori maligni naso-sinusali è “di particolare rilevanza in Italia, dove il numero di esposti ai fattori di rischio, è piuttosto elevato (in molti casi con scarsa consapevolezza)”. Ad esempio sono state “identificate esposizioni significative per i lavoratori nei settori della lavorazione del legno e delle pelli, ma anche in altri ambiti occupazionali inattesi”.
Di recente l’INAIL ha un documento, dal titolo “ReNaTuNS. Sorveglianza epidemiologica dei tumori naso-sinusali. Manuale operativo”.
Il documento, a cura di diversi autori con il coordinamento scientifico di Alessandro Marinaccio e Alessandra Binazzi (Dimeila), costituisce uno dei risultati finali del progetto BRIC “Studio su rischi e fattori di rischio noti ed emergenti per l’individuazione, la prevenzione dei tumori professionali” e aggiorna un precedente manuale operativo del 2009.
Questi sono gli argomenti affrontati nell’articolo:
- Sorveglianza epidemiologica e registrazione dei tumori professionali
- Tumori naso-sinusali: esposizioni professionali e agenti cancerogeni
- L’indice del documento Inail
Sorveglianza epidemiologica e registrazione dei tumori professionali
Nella premessa del documento, si rammenta, che nel D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., che ha riordinato il quadro normativo di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per i temi della sorveglianza epidemiologica e della registrazione dei tumori di origine professionale, con l’art. 244 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., si prevede “l’istituzione di un Registro nazionale dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale presso l’Inail, con un ruolo centrale delle Regioni e Province autonome attraverso i Centri operativi regionali (COR), nell’identificazione dei casi, nella definizione delle circostanze di esposizione professionale coinvolte nell’eziologia. All’Inail è assegnato il ruolo di destinatario dei flussi e di ente di riferimento per l’intero sistema nazionale”.
Il registro nazionale dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale “si articola in tre sezioni”:
Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM);
Registro nazionale dei tumori naso-sinusali (ReNaTuNS);
Registro nazionale delle neoplasie a bassa frazione eziologica (RENaLOCCAM).
Se l’architettura del ReNaM ha “consentito di sviluppare in questi anni una collaborazione preziosa fra Inail e COR” e il ReNaM è “esteso sulla quasi totalità del territorio nazionale”, per i tumori nasali e sinusali (TuNS), “l'attività di rilevazione è iniziata più recentemente rispetto ai mesoteliomi, e i COR attivi non coprono ancora l’intero territorio nazionale”.
Si evidenzia, che la piena funzionalità dei registri di cui all’art. 244 del d.lgs. 81/2008 e s.m.i., “sarebbe dovuta essere già da tempo garantita in modo adeguato sull’intero territorio nazionale, oltre che in forza del d.lgs. 81/2008”, anche del DPCM 12 gennaio 2017 relativo ai livelli essenziali di assistenza (LEA).
L’obiettivo del manuale è quello di “mettere in rete le esperienze regionali, consolidarle, renderle omogenee e standardizzabili in modo da fornire uno standard di riferimento e una rete di collaborazioni che sia di supporto per la realizzazione del sistema nazionale di registrazione e sorveglianza dei tumori naso-sinusali previsti dal legislatore”.
Tumori naso-sinusali: esposizioni professionali e agenti cancerogeni
Il documento ricorda che i tumori maligni naso-sinusali “sono tumori rari con un tasso di incidenza annuale in Italia di 0,50 per 100.000 (IC 95%: 0,47 – 0,53) nel periodo 2000 – 2010”. Per quanto riguarda poi la mortalità il tasso standardizzato sulla popolazione europea “è 0,2 negli uomini e 0,1 nelle donne. Rappresentano meno dell’1% di tutti i tumori e meno del 4% di tutti i tumori maligni della testa e del collo”.
Tuttavia, si può osservare “una rilevante frazione di casi in lavoratori esposti a specifici agenti causali, identificando i TuNS di tipo epiteliale come neoplasia con maggiore quota di casi di origine professionale, dopo il mesotelioma maligno indotto da esposizione ad amianto”.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha “valutato alcuni agenti o circostanze di esposizione con evidenza certa o limitata di cancerogenicità per l’uomo (gruppi 1 e 2A) per la sede TuNS: la produzione di alcol isopropilico col metodo dell’acido forte, i composti del nichel, il fumo di tabacco, il radio 226 e 228 e i prodotti del loro decadimento, le polveri di cuoio e le polveri di legno sono stati classificati come cancerogeni certi per i TuNS, mentre per le attività di carpenteria e falegnameria, i composti del cromo esavalente, la formaldeide e le lavorazioni tessili l’evidenza di associazione è stata giudicata limitata.
Si ricorda poi che le sedi anatomiche delle lesioni più frequenti sono “le cavità nasali (41,6%), il seno etmoidale (20,6%) e il seno mascellare (16,8%), mentre le morfologie più diffuse sono i carcinomi a cellule squamose (34,3%) e gli adenocarcinomi di tipo intestinale (21%)”. E nell’insieme dei casi (900) “con esposizione definita il 67% presenta un’esposizione professionale, lo 0,9% familiare, il 3,6% per un’attività extra lavorativa di svago o hobby. Per il 28,5% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota”.
Infine gli agenti cancerogeni più frequenti sono: “le polveri di legno (49,4% dei periodi di esposizione lavorativa definiti per agente) e di cuoio (39,6%), seguiti da solventi (11,4%), cromo (4,9%) e formaldeide (4,5%)”.
ReNaTuNS – manuale operativo -INAIL
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